Esperienza zero energy

“Eco di Biella” 03 Febbraio 2011

ESPERIENZA ZERO ENERGY

A Chiavazza “Casaunica” è risparmiosa
“Casaunica” è un innovativo “edificio passivo positivo”, che in soldoni significa che è in grado di produrre autonomamente l’energia necessaria al suo funzionamento risparmiando in un anno circa 4 mila euro. Si tratta di un’abitazione che raggiunge lo standard cosiddetto – dal tedesco – “passivhaus” totalmente certificato in tutti i suoi componenti dal prestigioso Centro di fisica edile di Bolzano, con prezzi che, secondo i suoi promotori, sono comparabili al mercato tradizionale e con una tecnologia costruttiva che permette la sua realizzazione in 120 giorni. Il sistema dà vita a un edificio antisismico, permette la gestione termica e del comfort abitativo grazie al sistema domotico, garantisce la salubrità ambientale grazie al sistema di ventilazione meccanica e ottimizza i consumi utilizzando la produzione fotovoltaica.

Lo standard “passivhaus”
Questa casa c’è. E’ a Chiavazza in strada Maglioleo appena sotto la tangenziale ed ha vinto il premio 2010 “Legambiente all’innovazione amica dell’ambiente” assegnato nel dicembre scorso a Milano dall’associazione che opera col Politecnico. La villetta di 190 metri quadrati utili è stata ultimata nel novembre 2009 ed è aperta al pubblico. si tratta infatti del primo edificio-laboratorio continuamente monitorato – come ufficio e da 70 giorni come abitazione – secondo i criteri del “Passivhaus Institute” per quel che riguarda gli standard energetici e dai ricercatori dell’università di Bologna per la parte strutturale. «E i risultati del primo anno di monitoraggio – spiega l’impresario che l’ha realizzata, Paolo Coppa, che gestisce l’impresa di famiglia creata dal padre Bruno nel 1973 a Chiavazza – sono eccezionali: la casa è “Zero Energy” con prestazioni uniche nel contesto italiano. Questo è un fatto straordinario per un’azienda tutta biellese che è riuscita ad imporsi sulla concorrenza altoatesina da sempre all’avanguardia in tema di sostenibilità e bioarchitettura».

Com’è costruita
Dal punto di vista strutturale l’edificio presenta un sistema a secco in cemento armato e acciaio, antisismico in zona 1 – la più pericolosa – e ha un isolamento termico straordinariamente efficiente. «Dal punto di vista tecnologico – spiega Coppa – “Casaunica” è dotata di un sistema domotico in grado di far dialogare l’impianto termico, elettrico e fotovoltaico, con la ventilazione meccanica controllata con recupero termodinamico attivo che garantisce la salubrità dei locali realizzando il massimo risparmio energetico: il risultato è una casa “zero bollette” con una temperatura media invernale di venti gradi e il raffrescamento estivo». Anche qui, in soldoni, il saldo positivo per la spesa famigliare viaggia intorno ai 200-220 euro annui tra riscaldamento, acqua calda, eccetera.
«Non solo – spiega Coppa -, abbiamo anche verificato una produzione di energia che supera i nostri consumi. Beneficiando delle tariffe statali incentivanti più vantaggiose previste dal “Conto Energia” per 19 anni incasseremo dall’Enel dai 2000 ai 2400 euro all’anno». Insomma, roba non da poco.

Il prezzo
Una villetta come quella sperimentale realizzata costa circa 2000 euro al metro quadrato: sui 1400-1600 euro di costi per la costruzione più oneri oneri e terreno.
«Un prezzo – spiega l’architetto che ha progettato l’intervento, Matteo Grotto – rapportabile in questa zona al nuovo con tecniche tradizionali».
Ma in un periodo di crisi, dove oltre al costo di acquisto diventa fondamentale il costo di gestione di un edificio, questa soluzione è in prospettiva molto più vantaggiosa anche sul piano dell’innovazione essendo già in regola con le direttive europee.
«Non si dovrà aggiungere infatti – spiega Coppa – alcun costo di gestione negli anni a venire».

Roberto Azzoni

L’INTERVISTA

Il progettista Grotto: «Si deve cambiare mentalità»
«Il punto di partenza dell’idea e quello di arrivo del risultato sono rappresentati dal fatto che realizzare un edificio di questo tipo – energeticamente autonomo nella produzione, attraverso l’impianto fotovoltaico, e nella copertura dei bisogni – permette di non consumare più risorse fossili per l’uso».

Questo vuol dire che non ci sono nemmeno emissioni nocive, cioè la famosa CO2?
«Sicuramente è così. Tenga conto che in una valutazione teorica eseguita dagli esperti la massiccia presenza di edifici analoghi renderebbe – entro trent’anni – totalmente inutile l’impiego di tecnologie fortemente impattanti sull’ambiente».

La scelta di andare sul mercato con questo progetto è già premiante?
«E’ ancora un mercato difficile perché una proposta come questa deve superare l’ostacolo culturale del legame con l’edilizia tradizionale. La gente oggi acquista un immobile e magari non sa che entro il 2020 dovrà rispettare i parametri energetici sostenibili imposti dall’Europa, altrimenti un domani quell’immobile non sarà cedibile perché privo di certificazione. devo dire che senza la spinta dell’impresario Paolo Coppa non saremmo arrivati a tanto. E’ la sua tenacia a spingerci sul tracciato della qualità energetica fino a raggiungere risultati impensati e certificati dall’università: fatta 3 la soglia prevista dalla classe A, “Casaunica!” di Chiavazza raggiunge l’impensabile parametro di 0,7. Il mondo immobiliare, dalla progettazione alla costruzione alla vendita, dovrebbe agire di più in questa direzione».

La vostra è solo una casa-test, un esperimento o è accessibile a tutti?
«Coppa ha deciso di abitare nella sua casa-laboratorio. Ora ha presentato un nuovo progetto, sempre a Chiavazza, mentre due case gemelle sono in fase di realizzazione a Como. Io stesso costruirò la mia casa personale al Vandorno con questa tecnica».
L’uso massiccio di cemento nella struttura e di polietilene espanso Eps per la coibentazione: non c’è il rischio di una casa-bunker?
«Il sistema di aerazione meccanica e la tecnologia applicata attraverso la domotica in una casa sigillata consentono di garantire il ricambio continuo dell’aria e di modulare l’umidificazione interna dell’abitazione sulla base delle esigenze. Ovviamente, basta aprire le finestre per ottenere un’aerazione di tipo tradizionale. Ma, mentre di solito le famiglie danno aria alla casa al mattino dopo la sveglia e la notte convivono con aria viziata, con il processo di aerazione dinamica il ricambio avviene 24 ore su 24. E tutto ciò evita anche il formarsi di muffe che nelle abitazioni tradizionali erano evitate dai normali spifferi. Con l’imponente processo di rinnovamento dei serramenti sigillanti, avvenuto grazie alle detrazioni fiscali governative, in molte case a muratura tradizionale oggi si verifica quel fenomeno sgradevole al quale non è semplice porre rimedio se non garantendo appunto un’aerazione continua».
R. A.

20110203Eco